Mettere radici e crescere, sulla stessa terra
Domenica 28 Settembre 2014 le quattro comunità di Bosco, Rubano, Sarmeola, Villaguattera, si sono trovate all’OPSA per celebrare assieme, in un'unica S. Messa, l’inizio dell’anno pastorale che nella nostra Diocesi porta il titolo profetico: ”Il bene che c’è tra noi”. Consapevoli che questo è stato un momento prezioso per le nostre comunità abbiamo pensato di farne un resoconto per coloro che non sono potuti intervenire.
Complice la bella giornata di sole, si è partiti dal piazzale antistante la chiesa dell’OPSA mescolando voci, volti, storie di tante persone convenute dai quattro angoli del nostro territorio comunale per essere un singolo “popolo in missione”.
Le quattro vicepresidenze dei consigli pastorali avevano preparato la celebrazione così che i vari gruppi delle parrocchie potessero ciascuno portare il proprio contributo e sottolineare, con la partecipazione e la creatività, i vari momenti significativi.
Così con il servizio d’ordine garantito dagli Scouts, don Franco Canton, il delegato vescovile che aveva partecipato al primo convergere tra le parrocchie sin dal 2004, ha potuto innalzare il segno di croce a nome di tutta l’assemblea nel solco di quella continuità.
Un primo momento, l’accoglienza, si è reso visibile col gesto della deposizione della terra.
Tre ciotole, contenenti ciascuna la terra proveniente da diversi luoghi significativi delle nostre parrocchie, sono state deposte in un unico vaso ai piedi della scalinata che porta alla navata centrale. Luoghi della fede, luoghi della società civile, luoghi di passaggio dell’unico popolo di Dio sono divenuti terreno comune con il commento-preghiera di giovani, anziani, genitori, animatori, catechisti ai quali era stato affidato questo compito.
Come la terra non può germogliare se non è irrorata dalla pioggia, così nulla possiamo se non ci lasciamo sommergere dalla Grazia della presenza di Dio: questo è stato il senso del rito di aspersione/penitenza/conversione che ne è seguito e che è terminato con il versare l’acqua benedetta sul vaso dove nel frattempo si era raccolta la terra delle comunità.
Al canto del Gloria, eseguito dai diversi cori riuniti per l’occasione, siamo entrati in chiesa…. Nelle navate il popolo…. davanti all’altare, sui teli stesi dalle suore Elisabettine, la terra che lo rappresenta.
Le letture e l’omelia di Don Franco ci hanno ricordato, come scrive San Paolo nella lettera ai Filippesi, la strada verso l’unità e la comunione: ““…Fratelli… non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri…”
Di seguito le preghiere dei fedeli, preparate ancora una volta da membri diversi delle quattro Comunità, si sono soffermate con Bosco sull’esperienza del PIM, con Rubano sulla Pace, con Sarmeola sulle Famiglie e con Villaguattera sui Giovani. A sottolineare le intenzioni sono state portati all’altare dai quattro vicepresidenti dei consigli pastorali quattro noccioli: piante gentili e simbolo di rinascita e fecondità.
Quattro piante, quattro comunità, un unico vaso di terra povera … offertorio a Dio.
Al “Padre nostro” le mani di tutti si sono levate al cielo, nella prima parte, per avere la forza di stringere quelle del vicino, nella seconda, e sciogliersi definitivamente nell’abbraccio segno della pace.
Dopo la Comunione, nei riti di benedizione e saluto, due ultime sottolineature: le piante vengono raccolte dai vicepresidenti dei consigli pastorali, prese in braccio come si fa con i bambini piccoli che non sanno ancora camminare soli, e benedette. Sono pronte a “portare a tutti la gioia del Cristo risorto ed ad andare in pace”.
Potranno essere usate nelle nostre chiese-sorelle in occasioni forti quali quelle sottolineate dal segnalibro preparato e distribuito dalla torma dei chierichetti presenti; Tre domeniche (9 novembre, 8 febbraio,19 aprile) durante le quali i Parroci ruoteranno tra le parrocchie a fare memoria di questo inizio e a rilanciare il cammino che ci unisce.
E’ tempo cantare assieme e di partire “sulla strada con l’amore Tuo che ci guida”.